21 luglio 2009
Il Generale Peppino Santovito calunniato e accusato da una magistratura rossa che lo ha portato fino alla tomba.
in Libano, mentre indagavano sui traffici d'armi: Nessun cenno neanche a Vanni Nisticò, anche se quest'ultimo, in varie occasioni ha ammesso di conoscere bene l'ex capo del Sismi, proprio per mezzo dei loro legami con Gelli. Rapporti con il Venerabile che non dovevano essere stati solo "formali", se è vero che Vanni Nisticò si prodigò per presentare a "don" Licio persone di alto livello.
19 luglio 2009
Il giorno in cui morì Vincenzo Parisi. Il 21/7/1992. L'ammutinamento della Polizia di Stato.
Bettino Craxi: Discorso alla Camera dei Deputati del 29 Aprile 1993. Nessuno replicò!
“… la mia libertà equivale alla mia vita”.
Con grande forza e orgoglio rivendichiamo il nostro passato: le vittorie e le sconfitte, le conquiste e gli errori.
Un passato che, nonostante le attuali difficoltà del PS in Italia, è una solida colonna del nostro presente: è soprattutto grazie all’opera democratica ed europeista di Bettino Craxi che il Socialismo Europeo affonda le sue radici nel Socialismo Italiano.
Anche per questo il PS deve essere maggiormente consapevole del suo patrimonio politico e culturale, evitando di lasciare ad altri la possibilità di fregiarsi del nostro passato, a volte persino rispolverando alcune delle nostre idee in chiave programmatiche e politica.
Siamo coscienti che non possiamo fermarci esclusivamente a rileggere la nostra storia ma è comunque necessario accompagnare l’azione politica e programmatica di rilancio del PS anche con la ricchezza della nostra cultura.
L’Italia non ha bisogno dei “nuovismi” di una vecchia oligarchia o di patti etici figli dell’ipocrisia ma di una forte spinta socialista, europeista, liberale e democratica.“Che Craxi sia un uomo di grandi capacità e ambizioni, lo si sapeva. Che sia anche uomo di grande coraggio, lo si è visto ieri, quando pronunciava alla Camera il suo discorso di replica. Per due volte si è interrotto alla ricerca di un bicchier d'acqua. Per due volte Andreotti glielo ha riempito e porto. E per due volte lui lo ha bevuto”. (Indro Montanelli )
CITAZIONI
Il Boeing 737 di Sigonella. Io c'ero. E' stato il giorno più bello ed orgoglioso della mia vita. Grazie Presidente Craxi.
Abbas avrebbe fatto da mediatore per la liberazione degli ostaggi nell'Achille Lauro in cambio dell'impunità per i 4 palestinesi, ma a mezz'ora dal decollo l'aereo fu affiancato da quattro F-14 americani: al Presidente del Consiglio Craxi una chiamata dalla Casa Bianca ordina di dirottare il Boeing sulla base Nato di Sigonella (Sicilia). A Fulvio Martini (capo del Sismi) è affidato l'incarico di seguire la vicenda.
L'aereo atterra a Sigonella e 250 uomini, fra avieri di leva e carabinieri, lo circondano, mentre l'aeroporto viene oscurato, ma degli F-14 neanche l'ombra: al loro posto due C-141 Lockheed da trasporto che (a luci spente), senza, permesso, scendono a terra alle 24.15, a due ore e un quarto dal decollo.
Sbarcano 50 teste di cuoio Delta Force sfidano avieri e carabinieri circondandoli: non scherzano, sono armate da capo a piedi al comando del generale di brigata Carl W. Stiner. L'obiettivo è di prelevare i 4 palestinesi, lo stesso Abbas e portarli in America, ordini di Reagan.
Ma giungono altri carabinieri che circondano gli americani, sono arrivati dalle vicine Catania e Siracusa, Craxi vuole che gli uomini sull'aereo siano processati in Italia: Martini si affida al capitano Marzo che fa posteggiare un'autocisterna dinanzi al velivolo onde impedirgli definitivamente di muoversi dalla base. Il colonnello Ercolano Annichiarico, intanto, cerca il dialogo con Stiner, ma fra loro volano insulti.
Italiani e statunitensi giungono al contatto fisico, puntano le armi, si minacciano a vicenda, le guardie egiziane sull'aereo sono pronte a respingere eventuali assalti americani. Stiner avverte di essere in contatto con lo Studio Ovale e tenta il bluff: "Il Governo Italiano ha promesso di consegnarci i palestinesi, non capisco la resistenza di voi militari". Ma non è così, da Roma Craxi tiene in guardia Martini, è un tranello.
Alle 2.00 Reagan telefona, chiede personalmente la consegna dei quattro uomini, ma Craxi risponde con un 2 di picche; alle 3.00 Stiner minaccia nuovamente: "Sgomberare o faccio disarmare i suoi uomini", ma si rende conto di non poter tenere testa agli italiani, Reagan chiede il rientro dei C-141 e della Delta Force. La tensione fra Italia e Stati Uniti era alle stelle, lo scontro fra i due Paesi non era mai stato così aspro da quando sono alleati.
Un Mystere dei nostri servizi segreti arriva a Sigonella da Roma. Sono le 16.30 dell'11 ottobre e a bordo c'è l'ammiraglio Martini che avverte i subalterni: "Stiner è ancora lì, nella base Usa e gli americani ci [...] spiano. Siamo intercettati a tutti i livelli". I contatti fra Roma e Sicilia avvengono dai telefoni della Galleria Colonna, perfino Craxi usa una cabina pubblica.
Ma ecco riapparire sulla pista di Sigonella Stiner a bordo di un T-39 minacciando di bloccare il decollo del Mystere e dei 4 caccia F-104 incaricati di scortare il Boeing alla volta della Capitale alle 22.00.
I caccia partono ugualmente, ma il T-39, affiancato da un F-14 della Sesta Flotta, si lanciano all'inseguimento tentando il dirottamento, i piloti italiani accettano la sfida ala contro ala a 10 Km di quota fino a quando gli americani non cedono ancora.
L'invitto Stiner allora perviene all'Aeroporto di Ciampino ponendosi davanti al Boeing, di traverso. Interviene, quindi, l'ammiraglio Martini preannunziando di spazzare via il T-39 con un bulldozer; i suoi modi sembrano convincenti, gli americani riprendono il volo per non tornare più.
Alla base dell'atteggiamento del Governo c'era un accordo segreto che, grazie ad Aldo Moro, preservava l'Italia dal terrorismo islamico