11 agosto 2009

IL COMPLOTTO

Il 12 ottobre 1995, nel carcere di Memphis, e poi il 14 novembre 1995, nel carcere di Fayrton, si svolgono due colloqui investigativi fra il maresciallo Antonino Lombardo e il maggiore Obinu dei Carabinieri da una parte e il boss mafioso Gaetano Badalamenti dall’altra. Badalamenti fa, in quei colloqui, una dichiarazione sorprendente: l’avvento dei corleonesi al potere mafioso sarebbe stato pilotato dalla CIA e Totò Riina, personaggio debole e malato ma nello stesso tempo estremamente pericoloso, non sarebbe altro che un inconsapevole burattino nelle mani dei servizi segreti americani. Le dichiarazioni di Badalamenti pasano inosservate in Italia: a chi possono interessare gli sfoghi di un veccho boss in pensione? Ma l’intervento di don Tano nell’aula di un tribunale italiano, affollato di giornalisti e osservatori, dove si celebra quello che è stato definito addirittura “il processo del secolo” non potrebbe passare inosservato. Probabilmente Badalamenti potrebbe dire molto di più di quello che ha detto nei carceri americani. Lo fa pensare quanto riferito dal legale di buscetta secondo cui il legale di badalamenti gli avrebbe chiesto un alleggerimento riguardo alla posizione del suo cliente nel processo della pizza connection in cambio di un mancato intervento di badalamenti sulla questione pecorelli. L’avvocato di Buscetta definisce la proposta di Badalamenti una proposta molto mafiosa e quindi, presumibilmente, molto minacciosa. Ma che minacce può fare Badalamenti a Buscetta riguardo al processo Pecorelli, dal momento che, in quel processo, non è imputato Buscetta (e che, se anche lo fosse, egli è diventato ormai intoccabile, grazie all’immunità concessagli dagli USA), mentre lo è lo stesso Badalamenti? L'unica possibile spiegazione della proposta di Badalamenti è che si tratti di un parlare a nuora perché suocera intenda. Badalamenti sa bene che Buscetta è manipolato dagli americani. Così, probabilmente, egli ha voluto minacciare gli americani di non fare il gioco duro con lui perché,avendo trovato una sponda in Lombardo, potrebbe rivelare molte cose e, fra queste, la vera matrice, la matrice internazionale, dell’omicidio Pecorelli.

D’altra parte, il maresiallo Lombardo, la sponda probabilmente inconsapevole di Badalamenti, vuole a tutti i costi che Badalamenti venga in Italia a deporre al processo Andreotti. Lombardo è proiettato verso questo obiettivo con tutte le sue forze: portare Badalamenti in Italia sembra essere diventata la ragione della sua vita. Bisogna a tutti i costi fermare il maresciallo e togliere a Badalamenti la sua sponda italiana.

E’ così che, nel 1995, matura un complotto in cui sono coinvollti l’ineffabile duo del Ros Mori-De Donno, il pentito Angelo Siino, ormai diventato una cosa nelle mani di quel duo, e la task force al servcizio della Cia della Rete di Orlando, comprendente lo stesso Orlando, Mele, il sindaco di Terrasini, il paese di Lombardo, e l’avvocato Galasso, difensore di Siino. Con il complotto si vuole distruggere Lombardo moralmente, profesasionalmente e fisicamente. Si pensa però di prendere due piccioni con una fava,, raggiungendo anche un obiettivo collaterale: quello di dare spessore all’inconsistente e fumodso dossier De Donno su “mafia e appalti”. Manovrato dal ROS, Siino ha accusato il sostituto procuratore Lo Forte di avere venduto quel dossier alla Mafia. Ma, di fronte alla denuncia di Lo Forte, Siino ha ritrattato. Bisogna trovare perciò una nuova talpa per ridare lustro all’inconsdistente dossier. E, poiché bisogna bruciare Lombardo, si manovrerà Siino per fargli dire che la talpa è proprio Lombardo, che è stato cioè Lombardo, e non Lo Forte, a vendergli il dossier. Bisogna però che l’accusa contro Lombardo non echeggi solo in un’aula di tribunale ma sia di pubblico dominio in modo da svergognare il maresciallo e distruggerlo. In questo modo ci sarà una ragione per annullare il suo viaggio in America. E, pochè questo viaggio è diventato per Lombardo una ragione di vita, è probabile che in questommodo il maresciallo tolga il disturbo per sempre. In ogni caso, un suo suicidi sarebbe a quel punto plausibile. Se non lo farà da solo, ci sarà qualcuno che lo farà per lui. D’altra parte, la calunnia deve essere inconfutabile. Così si dirà che Lombardo ha venduto il dossier non direttamente, ma attraverso un suo confidente Francesco Brugnano. Poi si ucciderà Brugnano che in questo modo non potrà smentire. Per amplificare al massimo grado lo svergognamento di Lombardo lo si svergognerà in televisione, davanti a milioni di persone. A farlo sarà un sedicente eroe della lotta alla mafia, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Chi potrà pensare mai che il signor “lotta alla Mafia” sta mentendo spudoratamente? Così, il 23 febbraio 1995, la trasmissione Tempo Reale di Michele santoro è dedicata, guarda caso, a terrasini, il paese del maresciallo. Viene interviststato Leoluca Orlando, spalleggiato da un suo collega di partito, il sindaco di Terrasini Mele. Orlando è all’altezza delle aspettative che gli americani hanno riposto in li: si rivela un perfetto killer ideologico, eseguendo il povero maresciallo e realizzando un perfetto linciaggio. Il signor “lotta alla mafia”dichiara al microfono che c’è un sottufficiale dei carabinieri colluso con la Mafia e, sollecitato dall’intervistatore a fare nome e cognome, lo identifica nel maresciallo Lombardo.

Ma non è finita: tre giorni dopo, il 26 febbraio 1995, un cadavere viene gettato davanti al portone di casa del maresciallo: è quello di Francesco Brugnano, il supposto confidente identificato da Siino come colui che, per conto del maresciallo, gli avrebbe venduto il dossier mafia-appalti. Apparentmente, la Mafia ha voluto punirlo per le sue confidenze a Lombardo. In realtà sono stati i servizi che hanno reso inconfutabile in questo modo la versione di Siino. A dare una mano a Siino c’è un altro pentito: Brusca. L’abilità degli americani nel servirsi di tutti contro tutti è diabolica. A differenza di Siino, Brusca non è manovrato dal ROS. Al contrario: come Cancemi, è la pistola che gli americani tengono puntata contro il loro complice Berlusconi per ricattarlo, Brusca è la pistola che essi tengon puntata contromlo stesso Mori. E’ stato Brusca a far trapelare le due trattative messe in piedi da Mori con la Mafia per istigarla a reiterare le stragi (la trattativa Mori-De Donno-Ciancimino-Cinà) e per indirizzare quella reiterazione verso il patrimonio artistico (la trattativa Mori-Tempesta-Bellini-Gioè). Ebbene, Brusca sostiene di avere letto, insieme a Siino, nella distilleria della Bertolino, la sucera di Siino, il dossier appena vendutgli dal maresciallo. In ogni caso, l’uccisione di Brugnao è un altro durissimo colpo per il maresciallo: Lomardo intuisce che quel povero corpo è come una pistola puntata contro la sua tempia. Ma ecco arrivare il carico da 11: Mori chiama Lombardo e gli dice che ormai è troppo chiacchierato e che non se ne fa più niente per quanto riguarda il viaggio in America per andare a prendere Badalamenti. Per il povero maresciallo è la fine. Come fa a capire che un semplice sottufficiale come lui è entrato in un gioco troppo grande e che sono stati proprio i suoi superiori, da cui egli si sente abbandonato, a ordire contro di lui un infame complotto? Come fa a capire che il colpo di pistola che egli si spara alla tempia e che a lui deve essere probabilmente un beau geste, un modo di mostrarsi al di sopra di giochi meschini, è esattamente l'obiettivo cui tendono mori e de donno? Come fa a capire che l’ apparente conseguenza inevitabile di tanti avvenimenti incresciosi è in realtà la causa finale che ha provocato quegli avvenimenti?

Il 5 marzo, il maresciallo si suicida (o è suicidato?) puntandosi una pistola contro la testa. Nessuno si chiede però: come mai, se è vero che egli era colluso con la Mafia e che è stata questa collusione a inibire la trasferta da Badalamenti, qualcun altro, meno colluso, non lo sostituisce? Non bisogna, per caso, invertire il ruolo di causa ed effetto, nel senso che non è stata la sua collusione a impedire la trasferta da Badalamenti, ma la necessità di scongiurare quella trasferta a “provocare” quella supposta collusione? Fatto sta che la presenza di Badalamenti, un testimone importante di molti fatti (qualunque altra cosa si possa pensare di lui) al processo andreotti salta. Tanto peggio per la ricerca della verità

D'altra parte, una volta morti sia lombardo sia il suo presunto trait d'union brugnano, nessuno può confutare le affermazioni di siino riguardo alla vendita del dossier mafia - appalti. Tanto più che lo stesso giovanni brusca, una volta divenuto collaboratore, dirà che è stata la confessione di siino riguardo a quel dossier a indurre il maresciallo al suicidio. Nessuno si chiede però: come mai siino ha accusato, in un primo momento, il sostituto procuratore lo forte di avergli venduto quel dossier? Come mai ha accusato la coppia brugnano - lombardo solo dopo la reazione di lo forte?

Una cosa è certo riguardo al mitico dossier mafia - appalti. Troppi sono i morti che non possano smentire le affermazioni di mori e de donno riguardo ad esso. Non può farlo lombardo, non può farlo brugnano, non può farlo raul gardini. E neppure paolo borsellino può smentire di aver voluto incontrare, dopo la morte di falcone, mori e de donno, in una caserma dei carabinieri, lontano dagli occhi e dalle orecchie della procura palermitana, come sostiene l’ineffabile duo.

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