1 agosto 2009

L'assassinio del giornalista croato Ivo Pukanic.

Ratko Knezevic lancia una dura accusa nei confronti del Primo Ministro Milo Djukanovic, dicendosi convinto che dietro l'assassinio del giornalista croato Ivo Pukanic vi è il "cartello delle sigarette", vecchio impero di Djukanovic-Subotic. Knezevic, che ha anche rilasciato una dichiarazine nell'ambito dell'inchiesta della Direzione italiana per l'Anti-mafia sul contrabbando di sigarette e il riciclaggio di denaro tra Montenegro-Italia-Svizzera, spiega come il denaro della criminalità organizzata è stata trasferita sui conti delle banche svizzere, per essere poi reinvestiti in Montenegro o in altre attività criminali. Dicendosi preoccupato per la sua stessa vita, Knezevic decide di esporsi sui media e di parlare dell'Affare Djukanovic, entrando così a far parte del coro delle grandi rivelazioni dopo anni di silenzio, come hanno fatto lo stesso Subotic e Joca Amsterdam. L'omicidio di Pukanic dà ancora materiale di discussione, ma il vero problema non è la morte del direttore del giornale croato, bensì la destabilizzazione dell'equilibrio politico in Montenegro.
Spiega, dunque, che tra il 1999 e il 2000 sono stati riciclati circa 2,3 miliardi di marchi, passando attraverso le società Codex del Lichtenstein e la cipriota Dulwich gestito - come già spiegato dalla procura di Bari - da Djukanovic e Cane Subotic. Tuttavia, il percorso dei soldi non si è fermato lì, in quanto parla dell'esistenza di altri tre conti che sono stati, secondo le loro parole, sotto il controllo Djukanovic. Si tratta di conti in una piccola banca di Chiasso, la Banca Svizzera italiana, nella UBS Bank di Cugy (vicino Zurigo) e di un conto di risparmio presso la UBS di Lugano.